← Indietro
Anno: 2015 - Labels:

L'Acido urico può ridurre l’invalidità nelle donne colpite da ictus ischemico


L'Acido urico può ridurre lo stato di invalidità nelle donne dopo un ictus, secondo una nuova ricerca pubblicata su Stroke, il giornale dell'American Heart Association.

E’ noto che alti livelli di Acido urico possono causare calcoli renali o una condizione infiammatoria conosciuta come gotta; inoltre l’Acido urico in alte concentrazioni è collegato a problemi a livello cardiaco, circolatorio, e a rischio di diabete mellito.

Uno studio ha mostrato che il 42% delle donne sottoposte a terapia a base di Acido urico dopo un ictus hanno presentato una bassa incidenza, o nessuna incidenza, di invalidità dopo 90 giorni rispetto al 29% delle donne trattate con placebo.
Le donne, inoltre, presentavano una più ridotta area necrotica derivante dalla mancanza di afflusso di sangue, dopo aver ricevuto Acido urico.
Tra gli uomini, non è stata osservata nessuna differenza sostanziale tra il trattamento con Acido urico e placebo.

Secondo gli Autori, le donne rispondono meglio alla terapia con Acido urico, perché tendono ad avere meno Acido urico nel proprio organismo.
Si ritiene che l'Acido urico aiuti a proteggere i tessuti dai radicali liberi.

I ricercatori hanno ri-analizzato i dati dello studio URICO-ICTUS, uno studio randomizzato in doppio cieco di pazienti ( 206 donne e 205 uomini ) ricoverati in Centri per l’ictus in Spagna.
A tutti i partecipanti è stata somministrata terapia per rimuovere i coaguli ematici ( Alteplase ).
I pazienti sono stati poi assegnati in modo casuale a essere trattati con 1000 mg di Acido urico oppure a ricevere placebo mediante infusione endovenosa.

Nell’ictus ischemico, la forma più comune di ictus, un coagulo ostruisce un'arteria che fornisce ossigeno al cervello. Dopo rimozione del coagulo, viene ripristinata la fornitura di ossigeno al cervello; in questa fase si ha anche rilascio di radicali liberi, che possono danneggiare il tessuto circostante.
L'Acido urico contrasta il rilascio dei radicali liberi, riducendo al minimo i danni.

Le donne in studio avevano, in media, 7 anni più degli uomini, ed avevano più probabilità di avere il battito cardiaco irregolare, alti valori pressori e altre condizioni patologiche.

Altri dati sono necessari prima che la terapia con Acido urico diventi pratica clinica. Rimane da chiarire se la somministrazione di Acido urico possa produrre benefici anche agli uomini, forse in quelli con livelli di Acido urico naturalmente bassi o alti livelli di glicemia e altre condizioni metaboliche che alimentano il rilascio di radicali liberi. ( Xagena )

Fonte: American Heart Association ( AHA ), 2015

Claudio Ferri – Università dell’Aquila – Dipartimento di Medicina Interna e Nefrologia