Empagliflozin apporta benefici cardiovascolari indipendenti dalla insufficienza cardiaca basale nei pazienti con diabete mellito di tipo 2
I pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare trattati con l’antidiabetico Empagliflozin ( anche noto come Jardiance ), un inibitore del cotrasportatore di sodio-glucosio di tipo 2 ( SGLT2 ), hanno presentato un ridotto rischio di essere ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca o di morire a causa di malattie cardiovascolari nel corso di un follow-up mediano di 3.1 anni. Il dato è stato più marcato nei pazienti senza insufficienza cardiaca al basale.
Queste sono le conclusioni di un'analisi secondaria dello studio EMPA-REG OUTCOME presentata alle American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions 2015.
Rispetto ai pazienti che hanno assunto un placebo, i soggetti trattati con Empagliflozin hanno mostrato una riduzione del rischio di morte cardiovascolare del 38% ( p inferiore a 0.001 ) e una riduzione del rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca del 35% ( p=0.002 ) nel corso di un periodo di osservazione mediano di 3.1 anni.
Nell'analisi secondaria, il 90% dei pazienti liberi da insufficienza cardiaca all'inizio dello studio ha presentato un forte e significativo calo dei ricoveri per scompenso cardiaco. È stata anche osservata una riduzione dei ricoveri per scompenso cardiaco con terapia attiva nella minoranza di pazienti che presentava insufficienza cardiaca basale, senza tuttavia raggiungere la significatività statistica.
Le conclusioni dello studio EMPA-REG OUTCOME sono da stimolo per ulteriori ricerche volte a comprendere i meccanismi alla base degli effetti di Empagliflozin sulla mortalità cardiovascolare e su altri eventi cardiovascolari. ( Xagena )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Meeting, 2015
Claudio Ferri, Università dell’Aquila – Medicina Interna e Nefrologia
Xagena_Medicina_2015