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Anno: 2016 - Labels:

L’uso degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 nel diabete mellito di tipo 2 associato a una riduzione della mortalità per tutte le cause


Evidenze sperimentali hanno mostrato potenziali azioni cardioprotettive degli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 ( inibitori di PDE5i; PDE5i ).
Si è determinato se l’utilizzo di inibitori di PDE5 nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 con alto rischio cardiovascolare sia associato ad alterata mortalità in uno studio di coorte retrospettivo.

Tra il 2007 e il 2015, 5.956 uomini di età compresa tra 40 e 89 anni, con diagnosi di diabete mellito di tipo 2, precedente al 2007, sono stati identificati da cartelle cliniche di 42 medici di medicina generale nello Cheshire, Regno Unito, e sono stati seguiti per 7.5 anni.

Rispetto ai non-utilizzatori, tra gli uomini a cui sono stati prescritti gli inibitori di PDE5 ( n=1.359 ) c’è stata una più bassa percentuale di decessi durante il follow-up ( 19.1% vs 23.8% ) e un più basso rischio di mortalità per qualsiasi causa ( hazard ratio, HR aggiustato=0.69; P minore di 0.001 ).

La riduzione del rischio di mortalità ( HR=0.54; P=0.002 ) è rimasta dopo aggiustamento per età, velocità di filtrazione glomerulare stimata, abitudine al fumo, ipertensione da precedente evento cerebrovascolare, precedente infarto del miocardio, pressione arteriosa sistolica, uso di statine, Metformina, Aspirina [ Acido Acetilsalicilico ] e farmaci beta-bloccanti.

Gli utilizzatori degli inibitori di PDE5 hanno presentato tassi più bassi di infarto miocardico incidente ( tasso di incidenza 0.62; P minore di 0.0001 ) con mortalità più bassa ( 25.7% vs 40.1%; HR aggiustato per età=0.60; P=0.001 ) rispetto ai non-utilizzatori all'interno di questo sottogruppo.

In conclusione, in una popolazione di uomini con diabete mellito di tipo 2, l'uso degli inibitori di PDE5 è risultato associato a un minore rischio di mortalità totale e mortalità nei pazienti con una storia di infarto miocardico acuto. ( Xagena )

Anderson SG et al, Heart 2016; 102: 1750-1756

Xagena_Cardiologia_2016